martedì 1 dicembre 2015

considerazione sul protocollo Pagliara

ripensavo questa mattina alla domanda che più ricorre quando condivido di aver somministrato l'alimento secondo il protocollo di Stanislao Pagliara. Di solito mi sento chiedere: "qual'è stata la caduta?"

Credo che la domanda a mio parere sia poco pertinente. Provo a spiegarmi.

Il protocollo prevede la somministrazione di un nutrimento ricco di sostanze fortificanti per le api e non la somministrazione di un farmaco, ragion per cui non si può parlare di reazione al farmaco con relativa caduta di Varroa ma al limite di stato generale di salute guardando le api nel loro insieme durante il periodo di somministrazione del nutrimento.

Se un medico prescrive una dieta per recuperare le forze e migliorare lo stato generale di salute non posso aspettarmi la scomparsa dei sintomi con la immediata guarigione cosi come mi aspetterei se mi fosse somministrato un farmaco.

Nel caso in cui fossi affetto da dissenteria sarei carente di flora intestinale interessata alla digestione. Per questo motivo integrerei attraverso dei fermenti lattici che aiutano il mio organismo a ristabilire la flora intestinale risolvendo la patologia attraverso la fortificazione del mio organismo a combattere la patologia senza intervenire con un farmaco che avrebbe eliminato il virus o il batterio che causa la dissenteria.

In diverse occasioni ho letto che il vero problema portato dalla Varroa non è l'acaro in se ma le patologie derivanti dal contagio che provoca la presenza del vettore Varroa. Questo potrebbe voler dire che se integro nell'alimentazione delle api alcune sostanze che ne fortificano le difese necessarie a sopportare l'agente infestante non ho un risultato in termini di caduta di acari ma di miglioramento di stato di salute dell'alveare.

Permetto pertanto che le patologie derivanti dall'infestazione da Varroa ( ad esempio ali deformi ) possano essere evitate perché la larva sopporterebbe meglio la sottrazione di emolinfa così come anche le api meglio sopporterebbero la presenza della Varroa senza ridurre la loro vita media del 50%

Non avendo conoscenze tecnico scientifiche in campo veterinario o nella biologia avrò sicuramente espresso alcune inesattezze ma spero che il messaggio che avevo intenzione di veicolare sia stato compreso.

Buon Volo

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