venerdì 11 dicembre 2015

Elementare Watson

Non occorre essere Sherlock Holmes per arrivare alle conclusioni a cui ci invita Francesco Mussi in un suo video e che spiega lo scetticismo generale degli apicoltori rispetto a tutto ciò che non è chimica.

Il veterano apicoltore spiega come è giunto a definire il famigerato Spazio Mussi e di come è stato invitato a parlarne ad Apimondia 2003 nella cerimonia di apertura il 23 agosto, evento a cui ha partecipato interamente a sue spese..
Racconta ancora Francesco Mussi che la sera del 24 agosto, quindi il giorno dopo, il gruppo dei ricercatori italiani, il cui soggiorno e viaggio era stato finanziato dalle varie università e istituti zootecnici e di zooprofilassi, si era riunito e deliberato che lo Spazio Mussi era si valido ma che non doveva funzionare.

A questo punto la domanda a Watson sorge spontanea: chi finanzia la ricerca italiana i falegnami costruttori di arnie oppure l'industria chimica e farmaceutica?

Potrà mai a questo punto essere definito come funzionante il Protocollo Pagliara visto che ne le api ne gli erboristi finanziano la ricerca?

Buon Volo

lunedì 7 dicembre 2015

Telaino Indicatore Trappola Campero

E' mia intenzione per la nuova stagione apistica di introdurre la tecnica del TIT3 di Michele Campero per contenere la crescita della infestazione da Varroa.

Leggevo con piacere che una buona e naturale tecnica apistica prevede l'uso del telaino equatore nella forma suggerita da Alessandro Pistoia per la costruzione dei nuovi favi abbandonando l'uso del tradizionale foglio cereo.

Il dubbio che mi assaliva riguardava la possibile perdita di efficacia del TIT3 non potendo più controllare completamente la covata maschile che con grossa probabilità verrà distribuita anche durante la costruzione del telaino equatore.

Avrei bisogno di un confronto per poter redigere una pagina in cui raccogliere notizie di esperienze già vissute in merito.

Grazie

Buon Volo

sabato 5 dicembre 2015

diario dicembre

Ancora una volta la temperatura permette di aprire le arnie e somministrare lo sciroppo secondo il protocollo di Stanislao Pagliara

Iniziando dalla famiglia della Regina Noce e passando dalla famiglia della Regina Agostina, Regina Carina e terminando alla famiglia della Regina Arcibella, una dopo l'altra hanno tutte ricevuto la loro dose di sciroppo.

Credo sia l'ultima volta per questo inverno in cui aggiungo gli oli essenziali di Manuka e Melaleuca. La prossima somministrazione la farò a fine febbraio alla ripresa delle attività delle famiglie svernate.

Le famiglie erano in ottima salute, appena gocciolato lo sciroppo numerosissime api sono salite verso la sommità dei telaini per abbeverarsi.

Lo spazio tra i telaini è ridotto dall'ispessimento dei telaini che quasi si toccano. 

Resiste la fioritura del Rosmarino, abbondante quella del Nespolo. Da una settimana i terreni si riempiono di fiori di Calendula.

Buon Volo

martedì 1 dicembre 2015

considerazione sul protocollo Pagliara

ripensavo questa mattina alla domanda che più ricorre quando condivido di aver somministrato l'alimento secondo il protocollo di Stanislao Pagliara. Di solito mi sento chiedere: "qual'è stata la caduta?"

Credo che la domanda a mio parere sia poco pertinente. Provo a spiegarmi.

Il protocollo prevede la somministrazione di un nutrimento ricco di sostanze fortificanti per le api e non la somministrazione di un farmaco, ragion per cui non si può parlare di reazione al farmaco con relativa caduta di Varroa ma al limite di stato generale di salute guardando le api nel loro insieme durante il periodo di somministrazione del nutrimento.

Se un medico prescrive una dieta per recuperare le forze e migliorare lo stato generale di salute non posso aspettarmi la scomparsa dei sintomi con la immediata guarigione cosi come mi aspetterei se mi fosse somministrato un farmaco.

Nel caso in cui fossi affetto da dissenteria sarei carente di flora intestinale interessata alla digestione. Per questo motivo integrerei attraverso dei fermenti lattici che aiutano il mio organismo a ristabilire la flora intestinale risolvendo la patologia attraverso la fortificazione del mio organismo a combattere la patologia senza intervenire con un farmaco che avrebbe eliminato il virus o il batterio che causa la dissenteria.

In diverse occasioni ho letto che il vero problema portato dalla Varroa non è l'acaro in se ma le patologie derivanti dal contagio che provoca la presenza del vettore Varroa. Questo potrebbe voler dire che se integro nell'alimentazione delle api alcune sostanze che ne fortificano le difese necessarie a sopportare l'agente infestante non ho un risultato in termini di caduta di acari ma di miglioramento di stato di salute dell'alveare.

Permetto pertanto che le patologie derivanti dall'infestazione da Varroa ( ad esempio ali deformi ) possano essere evitate perché la larva sopporterebbe meglio la sottrazione di emolinfa così come anche le api meglio sopporterebbero la presenza della Varroa senza ridurre la loro vita media del 50%

Non avendo conoscenze tecnico scientifiche in campo veterinario o nella biologia avrò sicuramente espresso alcune inesattezze ma spero che il messaggio che avevo intenzione di veicolare sia stato compreso.

Buon Volo